<p>FederBio esprime soddisfazione per i provvedimenti di rinvio a giudizio relativi alla vicenda “Vertical Bio”</p>

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FederBio esprime soddisfazione per i provvedimenti di rinvio a giudizio relativi alla vicenda “Vertical Bio”

L’indagine della Procura di Pesaro, il cui inizio risale al 2013, coinvolge una serie di aziende e di organismi di controllo che si sarebbero resi responsabili di immettere sul mercato prodotti agricoli importati dall’Est Europa certificati in maniera fraudolenta come biologici. 

 

Bologna, 8 ottobre 2018 – Un passo avanti significativo nella vicenda “Vertical Bio” che, secondo quanto riportato oggi dagli organi stampa, giunge ad un primo risultato significativo: il rinvio a giudizio per 25 persone - tra imprenditori, amministratori e certificatori - che si sarebbero resi responsabili del reato di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla frode commerciale.

 

L’indagine “Vertical Bio”, anche grazie al contributo delle segnalazioni di FederBio che si è peraltro costituita parte civile presso il Tribunale di Pesaro, ha avuto il proprio inizio nel 2013 con il nome di “Green War”. 

 

Oggetto dell’indagine della Procura di Pesaro è stato l’accertamento dell’esistenza di un’associazione criminale che avrebbe immesso sul mercato granaglie certificate in maniera fraudolenta come “biologiche”.

 

La chiusura dell’indagine e la notizia del rinvio a giudizio pare dunque confermare la correttezza dell’ipotesi accusatoria.

 

Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, ha commentato: “Esprimo la soddisfazione della Federazione per i rinvii a giudizio decisi dal GUP del Tribunale di Pesaro che finalmente danno l’avvio alla fase processuale di una vicenda giudiziaria che ha preso le mosse anche dalle segnalazioni di FederBio nei confronti di un’organizzazione costituita da imprese e organismi di certificazione, italiani e esteri, che si è resa responsabile di importare grandi quantità di prodotti agricoli convenzionali spacciati per biologici. Il Tribunale di Pesaro ha già ammesso FederBio quale Parte civile nel processo per cui, oltre ad auspicare tempi celeri, per evitare il rischio della prescrizione per alcuni dei reati contestati, ci adopereremo nel processo per far emergere tutte le responsabilità dei gravi fatti di frode che per anni hanno inquinato il mercato del biologico italiano nella totale indifferenza di chi avrebbe dovuto vigilare sul sistema di certificazione”.




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