La
coltivazione dell'Hydrangea
(ortensia) in estate, quando si mettono le piante in vaso l'una accanto
all'altra in campo, dà origine a frequenti attacchi di Botrytis cineria data la densità delle piante, la pioggia e gli
altri metodi di irrigazione utilizzati. Entro l'autunno,
la Botrytis ha efficacemente
colonizzato le piante e si insedia nei tessuti delle
foglie mature e nelle parti inferiori ombreggiate delle piante. A questo stadio,
i segni di attacco della Botrytis non sono particolarmente evidenti. Però,
quando le piante sono portate all'interno della serra per la forzatura, il
patogeno può provocare attacchi molto gravi e violenti sulla maggior parte dei
boccioli in ingrossamento. Per questa ragione, il controllo chimico della Botrytis dovrebbe iniziare quando le
piante sono ancora all'aperto prima di aspettare di osservare in seguito i
primi segni di attacco in condizioni di serra.
Esperimenti presso il Centro Sperimentale di Albenga
dimostrano che una miscela di un
dicarbossimidico con un ditiocarbammato
(per esempio. procymidone + thitam) o di un benzimidazolico con tionailide
(per esempio tiofanate-metyl +
cichlorofluanide) garantiscono una buona protezione dei boccioli fiorali.
Per allontanare l'umidità dagli steli verso le foglie per evaporazione è
necessario un appropriato controllo dell'umidità e una ventilazione e riscaldamento
adeguati: questo è specialmente il caso durante la notte. Anche
l'oidio può danneggiare le piante madri e le giovani piante tra marzo e
ottobre, attaccando soprattutto le foglie mature vicino alla sommità dell'apice
vegetativo. Le foglie infette diventano flaccide ed eventualmente si disseccano
e cadono. Per contenere questa infezione si possono
somministrare prodotti chimici idonei, in particolare quelli appartenenti al
gruppo degli inibitori della biosintesi degli steroli. Questi prodotti si dovrebbero utilizzare in combinazione
con lo zolfo per evitare che la malattia sviluppi
resistenza. Giovanni Minuto "Colture Protette" Fax 051 6575856,
E-mail cp@gce.it