Pescia: il torrelaghese Marco Carmazzi alla guida del Distretto Floricolo, energie alternative in cima alla lista
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- Pescia: il torrelaghese Marco Carmazzi alla guida del Distretto Floricolo, energie alternative in cima alla lista
 

Marco Carmazzi, imprenditore di Torre del Lago specializzato nella produzione di peperoncini, eletto all’unanimitàilpresidente del Distretto Interprovinciale Lucca-Pescia.

Energie alternative, promozione, ricerca ed innovazione, mercati e concertazione territoriale i punti del programma.
 
Marco Carmazzi, Presidente Distretto Interprovinciale: “Tra noi e resto d’Europa gap ampio: parto da qui”.
 
Risultati entro sei mesi. Non ha una bacchetta magica che gli permette di risolvere, in un baleno, tutti i “mali” che attanagliano, ormai da tempo, il ruolo e del funzioni del Distretto Floricolo Interprovinciale Lucca-Pescia, ma Marco Carmazzi, noto imprenditore di Torre del Lago specializzato nella produzione di varietà di peperoncino, non si spaventa di fronte “al passato del Distretto”. Il suo non sarà un compito, ne tanto meno un ruolo facile, e questo Carmazzi lo sa bene che del distretto è stato membro vivendo quindi, alti e bassi degli ultimi tempi. Eletto all’unanimità Presidente del Distretto, Carmazzi è la sintesi di un accordo tra le organizzazioni agricole e delle province di Lucca e Pistoia a dimostrazione che l’obiettivo è di “andare oltre gli steccati e le ragioni che fino ad oggi hanno impantanato il Distretto nonostante l’impegno del Presidente uscente”. “Se tra sei mesi non avremo prodotto nessun risultato – spiega Carmazzi che si è auto imposto un mandato a scadenza – toglierò il disturbo senza problemi. Mi sono messo a disposizione, sono un volontario e proprio per questo, come tutti i componenti del Distretto, dobbiamo perdere poco tempo e produrre fatti concreti. Se un progetto non è fattibile che sia chiaro subito e passiamo oltre. Cerchiamo alternative, sintesi”.
Il suo progetto, presentato in occasione dell’ultimo consiglio, si snoda attorno a cinque punti “cardine per il rilancio”: energie alternative, promozione, ricerca ed innovazione, mercati e concertazione territoriale. A monte delle linee programmatiche una serie di “verifiche con l’assessore regionale all’agricoltura, Province, Camere di Commercio per vagliare disponibilità di risorse economiche dirette ed indirette “da spendere, non sperperare per produrre risultati che abbiamo un effettivo ritorno”. “Il mercato unico? Dico solo che non stiamo al passo con i mercati europei. Il gap tra molti di noi e il resto dell’Europa è troppo elevato. E’ importante questo aspetto e non le logiche che stanno dietro al progetto. L’Europa, i mercati non stanno ad aspettare noi che prendiamo decisioni. C’è bisogno di una accelerata sulla risoluzione della gestione dei mercati, e alla problematica delle loro strutture; ripartiamo da dove eravamo rimasti guardando agli scenari futuri, in equilibrio tra le rispettive competenze strutturali e gestionali”.
Alla testa del programma la parola “competitività”; un termine che spesso si rincorre tra le linee programmatiche del neo Presidente: “uno degli ambiti determinanti in termini di competitività delle aziende per rimanere sul mercato sono le energie alternative: sono necessarie risorse economiche, per realizzare investimenti da parte delle aziende, nel convertire o integrare i sistemi di riscaldamento delle serre, lasciando all'impresa la scelta del tipo di energia rinnovabile. Ogni azienda deve tarare la propria scelta in base alle sue necessità”. Investimenti e competitività ok la poi c’è la burocrazia ad ostacolare le buone intenzioni: “Ci fa perdere tempo – ripete ancora – il Distretto, le imprese devono avere possibilità di muoversi con agilità e velocità tra le maglie degli enti”. Anche le Università sono chiamate ad un ruolo “centrale”: “Occorre ricostruire un nuovo rapporto tra le imprese e l'Università in una triangolazione con gli enti, soggetti  finanziatori in merito a progetti chiari e fattibili in breve periodo. Le novità durano poco, però dobbiamo riappropriarci della ricerca ed innovazione, se vogliamo essere interessanti per i nostri clienti, che poi sono quelli che ci fanno fare i bilanci aziendali. Se non siamo in grado di ottenere un tulipano a pois, passiamo oltre ma troviamo qualcosa che ogni volta possiamo spendere sul mercato”. Già i mercati. Tra Pescia e la Versilia, fortunatamente le aziende con vocazione internazionale sono tante ma sono obbligate ad uscire dai confini nazionali con investimenti interni e senza coordinazione: “E’ un segnale della vivacità del settore – analizza – ma fino ad oggi ci siamo mossi un po’ come un’armata Brancaleone. Prima di tutto cerchiamo di quagliare il termine promozione, e poi decidiamo cosa e dove vogliamo andare. Evitiamo, questo si, promozioni che non producono nulla. Se le risorse sono poche spendiamole bene”. L’ultimo, ma non per questo meno importante punto, è quello della concertazione territoriale; aspetto che certo non ha facilitato il definitivo decollo del Distretto: “L’obiettivo è realizzare una vera concertazione tecnico-economica settoriale ed intersettoriale – conclude Carmazzi – nel rispetto dei ruoli di ciascuno”.

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