Regione Lombardia - S.A.I.F. 

Servizio Assistenza Integrata al Florovivaismo

 

 

 

Scheda colturale di:

Begonia (Begonia elatior, sin. Begonia hiemalis)  

Famiglia: Begoniaceae   

Origine: zone tropicali e Sud tropicali dell’Africa, Asia e America   

 

Tecnica Colturale:  

Inizio di coltivazione: Essendo la fioritura programmabile in base al fotoperiodo, la coltivazione di Begonia elatior si può realizzare tutto l’anno, con un ciclo colturale minimo di dieci settimane. 

Ciclo di coltivazione: gennaio - aprile, maggio: fioritura programmata per la Festa della mamma: 4 mesi in vaso 10; Luglio - gennaio: 6 mesi in vaso 13-14. 

Vaso di coltivazione: diametro 10-12, 13 e 14. 

 

Ambiente di coltivazione:  

Temperatura: Sulle giovani piante, a inizio coltivazione, intorno a 20°- 22°C, poi 18-19°C, fino all’induzione fiorale. A inizio fioritura ridurre a 16-18°C, su piante fiorite, in condizioni ambientali asciutte, le temperature possono ulteriormente scendere a 14°C. 

Luce: Begonia elatior è una specie a giorno corto o lungo facoltativo, in relazione alle temperature. Nel caso del giorno corto, sono necessarie 8-10 settimane con durata della luce inferiore a 12 ore. lo ombreggiamento durante l’estate, per ottenere luce diffusa favorisce la formazione di gemme a fiore.

Nota: l ’eccesso di luce provoca ustioni, che si manifestano come macchie color marroncino - bruno. La foglia di begonia è infatti molto ricca di acqua e IN presenza di elevata luminosità e di elevate temperature ha questa reazione. Illuminazione artificiale: prima della fioritura occorre favorire un certo sviluppo vegetativo e IN tal caso è quindi necessario illuminare, se le ore di luce non sono sufficienti. Infatti, da settembre a marzo esistono le condizioni di giorno corto e si avrebbe una fioritura anticipata delle begonie, prima dello sviluppo della pianta. Si applica IN questo caso l’illuminazione artificiale, con lampade a fluorescenza, allungando il giorno dopo il tramonto o interrompendo il buio notturno, per circa due - tre ore, IN marzo e settembre, 4 ore a ottobre e febbraio, 5 ore a novembre e gennaio, 6 ore a dicembre.  

Umidità Relativa %: 60-80% 

Substrato: Prevalenza di torba bionda, minimo 50%, terriccio di foglie e 10-20% di perlite, o torba e terriccio di foglie: 50%, torba e corteccia. Substrati commerciali a base di torba, molto leggeri. 

pH: I valori di pH devono essere compresi tra 5 e 6. 

Salinità: Tollera poco elevati valori di salinità; le radici, molto sottili, sono molto sensibili a substrati e a concentrazioni saline eccessive delle soluzioni fertilizzanti. La sensibilità delle radici è superiore nella fase giovanile, con valori massimi di 800-1.000 m Siemens/cm; successivamente, dopo un mese dall’invasatura, tale valore si alza a 1.500-2.000. 

Irrigazione: Bagnatura dal basso, su tappetino o per irrigazione a goccia (spaghetto). 

Note: l’eccesso di luce provoca ustioni, che si manifestano come macchie color marroncino-bruno. La foglia di begonia è infatti molto ricca di acqua e in presenza di elevata luminosità e di elevate temperature ha questa reazione. Illuminazione artificiale: prima della fioritura occorre favorire un certo sviluppo vegetativo e in tal caso è quindi necessario illuminare, se le ore di luce non sono sufficienti. Infatti, da settembre a marzo esistono le condizioni di giorno corto e si avrebbe una fioritura anticipata delle begonie, prima dello sviluppo della pianta. Si applica in questo caso l’illuminazione artificiale, con lampade a fluorescenza, allungando il giorno dopo il tramonto o interrompendo il buio notturno, per circa due-tre ore, in marzo e settembre, 4 ore a ottobre e febbraio, 5 ore a novembre e gennaio, 6 ore a dicembre. 

 

Concimazione: Si avvantaggia di abbondanti concimazioni, da applicare preferibilmente per fertirrigazione. La richiesta di concimazione inizia dopo 20-30 giorni dall’invasatura, utilizzando una soluzione fertilizzante con un rapporto tra i macroelementi di 1:0,5:1, intervenendo inoltre con microelementi ed in particolare magnesio, ferro, boro e calcio, alle dosi normalmente presenti in soluzioni di microelementi già adeguatamente miscelate e in commercio per l’utilizzo. La begonia, nella fase di coltivazione che segue i 40 giorni dall’invasatura, si avvantaggia di concimazioni abbondanti, intorno a concentrazioni di 1-1,5 grammi / litro di soluzione fertilizzante. Microelementi richiesti in quantità proporzionata, e somministrabili con le soluzioni pronte in commercio. 

Note: la begonia può manifestare sintomi di carenza di elementi nutritivi: Azoto: ingiallimenti fogliari e successivi arrossamenti delle foglie basali; Fosforo: lento accrescimento; potassio: imbrunimento dei margini delle foglie basali; Il magnesio, molto richiesto da begonia manifesta sintomi di carenza con ingiallimento (o clorosi) delle aree fogliari comprese tra le nervature (clorosi internervale); Boro: arricciamenti fogliari. 

 

Altre operazioni colturali:  

Cimatura:  Serve per ottenere piante più ramificate, essendo la maggior parte della piantine provenienti da talee di punta; da una a due cimature nel corso della coltivazione. 

Brachizzazione:  L’adozione delle temperature di coltivazione non superiori a quelle consigliate limita la necessità di trattamenti con sostanze brachizzanti. Interventi con sostanze brachizzanti: Cycocel: 1-1,5 grammi / litro, uno o due interventi, di cui il primo dopo 15-20 giorni dall’invasatura ed il secondo, se necessario, dopo circa 12 giorni. 

 

Moltiplicazione: Per talee di punta. Si utilizzano germogli apicali di due - tre nodi, lunghi da 6 a 8 cm; come substrato si utilizza una miscela di torba e perlite al 50%.

 

Prevenzione 

Tra i fattori che condizionano la buona riuscita delle colture, uno dei principali è sicuramente la sanità del materiale vegetale a inizio coltivazione, in entrata in azienda. Per questo l’azione di controllo del materiale in ingresso è importante per verificare sanità e qualità delle giovani piante acquistate. A tale proposito si rimanda alla scheda di controllo del materiale vegetale, messa a punto dal SAIF.

Inoltre, in ciascuno dei seguenti piani colturali si farà riferimento alle malattie più diffuse e problematiche più frequenti su quella specie e, di conseguenza, la necessità e l’urgenza del controllo saranno più specifiche se riferite a quel tipo di problema. 

Principali malattie e difesa 

recenti disposizioni legislative hanno stabilito la revoca di molti principi attivi registrati per il loro utilizzo su specie ornamentali.

L’aggiornamento su nuove disposizioni, sia in materia di nuove registrazioni o revoca dei principi attivi sia dell’introduzione di nuove norme sull’elenco di specie soggette a passaporto, così come di nuovi patogeni da quarantena, sarà a cura del Servizio fitopatologico della Regione Lombardia.

Annualmente si assiste inoltre alla nascita di nuovi principi attivi, a differenti modalità d’azione.

Questo tipo di informazione sarà argomento di aggiornamenti annuali o periodici

 

 

Principali malattie e difesa  

Insetti  Afidi (Macrosiphium pelargonii ed altre specie):

Verdi o bruni, i cosiddetti "pidocchi", che si ritrovano soprattutto su gemme e giovani foglie. I sintomi sono l’arricciamento e accartocciamento delle foglie colpite. Sono frequenti soprattutto in primavera e a inizio estate.

Trattamenti possibili: a base di imidacloprid (Confidor), ad azione sistemica, Bifentrin (Brigata), Etiofencarb (Croneton), Fenpropatrin (Danitol), Deltametrina (Decis), acephate (Ortene), Pymetrozine (Plenum), ad azione sistemica.

Lotta:In presenza di afidi è inoltre possibile inserire nel programma di lotta parassitoidi e predatori di afidi: Aphidoletes aphidimyza e larve di Crysoperla carnea.

 

 Tripidi (Frankliniella occidentalis, Thrips tabaci, Echinothrips americanus

Sintomi principali: bollosità sulle foglie, screziature e rotture di colore sui petali dei fiori. Un sintomo che si verifica nel caso di attacchi già in atto da tempo è rappresentato da aree e tacche suberificate, indurite, sempre di colore marroncino sulla pagina inferiore della foglia. Il più diffuso al momento su begonia è ancora Frankliniella occ.; larva e adulto sono di colore giallo-beige, di difficile rilevamento; i tripidi si nutrono infatti anche di polline e si situano spesso all’interno del fiore, oppure si localizzano tra le gemme o all’interno di esse e non sono visibili né quindi raggiungibili da trattamenti chimici. Spesso si rileva la presenza dell’insetto solo dopo la comparsa dei sintomi. E’ per questo motivo consigliabile adottare sistemi di prevenzione e monitoraggio. Prevenzione, monitoraggio: la loro presenza può essere evidenziata molto precocemente, grazie al posizionamento, prima dell’arrivo delle piantine radicate, di trappole cromotropiche di colore azzurro, che attirando gli adulti, contribuiscono a ridurre la popolazione, ma soprattutto a dare una utile indicazione sull’entità di infestazione e quindi sulle urgenze di necessità di interventi con prodotti insetticidi.

Lotta: Alla comparsa di pochi individui sulle trappole, si consiglia di intervenire, alternando due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (deltametrina: Decis), Methiocarb( Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat), Thiodan (Endosulfan), Lufenuron (Match).

Lotta: E' stata sperimentata con successo la lotta biologica contro i tripidi, utilizzando l’acaro fitoseide Amblyseius cucumeris, predatore di tripidi e in particolare di Frankliniella occidentalis. Il metodo si basa sulla distribuzione dell’acaro, in dosi di circa 20 individui a pianta, in corrispondenza dell’inizio dell’osservazione dei primi tripidi sulle trappole cromotropiche. Per l’intera coltivazione si rendono necessari due lanci, al massimo tre, a distanza di tre-quattro settimane l’uno dall’altro. Sono a disposizione le apposite tabelle di compatibilità con eventuali trattamenti chimici e tempi di efficacia e di intervallo tra un trattamento e l’altro.

 

Aleirodidi o moschine bianche (Trialeurodes vaporariorum; Bemisia tabaci

la loro presenza può essere evidenziata molto precocemente, grazie prima di tutto ad un’attenta osservazione delle talee radicate che entrano in azienda, al posizionamento, prima dell’arrivo delle talee, di trappole cromotropiche di colore giallo, che attirano gli adulti, contribuendo così a ridurre la popolazione, e rendersi conto della distribuzione degli insetti in serra, mettendo in evidenza le zone, o bancali in cui c’è maggiore presenza e quindi in cui è consigliabile intervenire con trattamenti o aumentando il numero delle trappole.

Una delle fonti di entrata di questi insetti è rappresentata dalle talee, ma un attento controllo deve essere fatto anche in serra, per esempio eliminando le malerbe che a volte si trovano sotto i bancali, o facendo attenzione ad eventuali orti o colture sensibili agli aleirodidi poste al confine delle serre. La lotta si può effettuare con diversi principi attivi: Buprofezin (Applaud), contro le forme giovanili, Methomil (Lannate), piretrodi (Decis), Danitol per spruzzature fogliari, oppure si possono effettuare trattamenti per bagnatura con prodotti sistemici, tra cui il più utilizzato è Imidacloprid (Confidor) che, dato al substrato prosegue la propria azione insetticida per circa due mesi, Pymetrozine (Plenum)

 

Batteri  Maculatura batterica della begonia, causata da Xanthomonas campestris pv. begoniae

si manifesta con macchie fogliari che si dirigono generalmente dai bordi della foglia verso il centro, di aspetto oleoso. L’esito finale è l’appassimento dell’intera pianta. La prevenzione consiste nel controllo accurato delle talee radicate da cui si inizia la coltivazione. Come in tutte le batteriosi non esiste infatti lotta curativa. Oggi si può affermare che la batteriosi non rappresenta più un problema grave come un tempo, poiché le ditte produttrici di piante madri, in cui si attua la moltiplicazione, sono molto più attente alla sanità del materiale prodotto e il materiale di partenza è rappresentato da talee, prelevate da piante madri sicuramente sane.

 

Virus  Maculatura necrotica dell’Impatiens

Come nel caso della maculatura batterica, non c’è possibilità di lotta. I sintomi sono rappresentati in questo caso da macchie necrotiche (tessuto morto = macchie nere) ad anello, su nervature, petali, piccioli fogliari e fusti. Essendo i tripidi vettori di questa malattia, in grado di trasmetterla da una pianta all’altra grazie alle punture sulle foglie, una buona lotta contro i tripidi permette di evitare la trasmissione della malattia da una pianta all’altra e rappresentata quindi un valido sistema di prevenzione.

 

Fisiopatie  Foglie arricciate ai margini: ambiente di coltivazione eccessivamente caldo e secco. Arrossamento dei margini fogliari: posizione troppo soleggiata, o mancanza di azoto e calcio.

 

Crittogame  Mal bianco o Oidio della begonia: Oidium begoniae

i sintomi sono costituiti dalla presenza di macchie decolorate sulla pagina superiore della lamina fogliare, che poi si ricoprono di una patina bianco-grigia, farinosa. Le macchie si possono espandere fino ad occupare quasi tutta la lamina fogliare, quindi, se non si interviene con prodotti fungicidi, si ha il disseccamento e successiva caduta delle foglie. Gli stessi sintomi si possono ritrovare anche sui fiori. A differenza di altri funghi, l’agente dell’oidio si può sviluppare anche in condizioni di bassa umidità. Prodotti più efficaci: a base di Pyrazophos (Afugan), bitertanolo (Baycor), Triforine (Saprol), Penconazolo (Topas), Pyrifenox (Dorado), Bupirimate (Nimrod Oidiumstop), ad azione citotropica e traslaminare. Prevenzione: evitare di bagnare direttamente le foglie ed evitare i ristagni

 

Marciume dei fiori, Botrytis cinerea, o muffa grigia

sintomi: fiori e foglie si ricoprono di un feltro grigio scuro e iniziano a poco a poco a marcire, in corrispondenza delle macchioline scure. Condizioni ambientali umide, fittezza delle foglie, ristagni d’acqua sono condizioni che favoriscono lo sviluppo della malattia. Anche un eccesso di concimi, soprattutto azotati, favorisce Botrytis cinerea. Se la lotta preventiva non è sufficiente, si interviene con prodotti a base di Iprodione (Rovral, Iprodial), Chlortalonil (Daconil), Tolchophos metile (Rizolex), Proclorax (Octave). In fase di fioritura alcuni di questi prodotti possono risultare fitotossici.

 

Principali varietà coltivate  

Begonia elatior è stata ottenuta da ibridazioni tra Begonia socotrana e diverse varietà di Begonia tuberhybrida, comprende oggi moltissime varietà con caratteristiche estetiche molto diverse.

Serie Charisma: A fiore grande, diametro 5 centimetri, comprende i colori rosso, arancione, e rosa salmone; ha portamento compatto. 

Varietà Schwabenland: Barkos, a fiore rosso, con vegetazione vigorosa e fioritura molto abbondante, estiva 

Varietà Schwabenland: Azotus, a fiore lilla 

Varietà Schwabenland: Netya Dark, rosa intenso con foglie color verde medio 

Varietà Schwabenland: Mariette, una recente selezione color giallo sole a fiore doppio 

Varietà Schwabenland: Britt Dark, arancio 

Varietà Schwabenland: Berlin, rosa intenso a foglia verde scurissimo, portamento compatto e fiore grande 

Varietà Schwabenland: Pinto, rosa salmone, con foglie verde chiaro e fiore simile all’azalea, anch’esso grande 

Varietà Schwabenland: Netya White: bianco puro 

Varietà Schwabenland: Mandy franje, bianco-bordato di rosa Fioritura tardiva (febbraio - marzo)

Varietà Schwabenland: Cindy Franje, ocra-bordato di rosso Fioritura tardiva (febbraio - marzo)

 

 

 

Progetto Regionale di Assistenza Tecnica al settore Florovivaistico realizzato nell'ambito della misura N 1.14 del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con il contributo congiunto di Comunità Europea, Stato Italiano e Regione Lombardia, la cui attuazione è stata affidata alla Fondazione Minoprio