Regione Lombardia - S.A.I.F. 

Servizio Assistenza Integrata al Florovivaismo

 

 

Scheda colturale di

Ciclamino miniatura (Cyclamen persicum)  

Famiglia: Primulaceae    

Origine: Asia minore   

 

Tecnica Colturale:  

Inizio di coltivazione: L’invasatura delle piantine può avvenire da maggio in avanti, per la maggior parte delle cultivar e della diversa precocità di fioritura. Si può coltivare tutto l'anno, in relazione alla cultivar.  

Ciclo di coltivazione: Considerando la durata della coltivazione mediamente da 12 a 16 settimane, le piante più precoci fioriscono anche nei mesi estivi. Nota: l’invasatura va fatta immediatamente all’arrivo delle piantine ed il bulbo non va ne troppo interrato ne lasciato troppo in superficie; è consigliabile valutarne l’interramento in funzione della sofficità del terriccio e della prima bagnatura. Questo favorirà un maggiore arieggiamento ed eviterà l’instaurarsi di condizioni favorevoli ai ristagni idrici, che predispongono ai marciumi. Dopo l’invasatura, porre le piante molto vicine le une alle altre, anche allo scopo di creare una situazione di umidità relativa ambientale elevata. La spaziatura alla densità definitiva andrà effettuata solo a radicazione avvenuta, possibilmente in più riprese; è importante non distanziare le piante troppo precocemente, per non compromettere il mantenimento di un microclima favorevole alla crescita, ma neppure ritardare l’intervento, con il rischio di favorire attacchi di Botritys e provocare la formazione di foglie grandi e carnose. 

Vaso di coltivazione: 8, 9 e 10 cm. di diametro. Densità finale di coltivazione: 25-30 piante/mq.  

 

Ambiente di coltivazione:  

Temperatura: A inizio coltivazione: 18-20°C rappresentano l’ottimale per lo sviluppo delle giovani foglie, mentre con valori superiori i piccioli tendono ad allungarsi e ad indebolirsi. In presenza di piante ben radicate, dopo circa un mese dall’invasatura: compresa tra 14 e 18°C. Temperature troppo elevate causano un blocco dello sviluppo. In fioritura lo sviluppo dei fiori risulta normale tra i 17 e i 23°C; sotto i 14°C l’allungamento del peduncolo si riduce sensibilmente, per fermarsi a 12°C. Sopra i 26°C i fiori tendono ad aprirsi sotto le foglie. Nota: nel caso in cui il periodo coincida con la piena estate, il sistema ottimale per abbassare le temperature è il 'cooling system', che permette contemporaneamente raffrescamento ed umidificazione, riproducendo in serra o tunnel l’ambiente ideale per il ciclamino. Nota: un altro fattore ambientale importante per il ciclamino è la ventilazione; la presenza, cioè, soprattutto nel periodo estivo, di una buona circolazione dell’aria. Il metodo del 'cooling' permette di raggiungere anche questo obiettivo di migliore ventilazione. 

Luce: La fioritura del ciclamino non è influenzata dal fotoperiodo (pianta a giorno neutro). Ombreggiamento: è consigliabile nei mesi estivi, dal 50 al 70%; valori di riferimento in lux: 35-40.000 al massimo. Illuminazione artificiale: non si applica.  

Umidità Relativa %: Intorno al 70%. D’inverno una eccessiva umidità relativa (superiore all’80%) predispone la pianta agli attacchi da funghi. Un altro accorgimento per evitare eccesso di umidità e soprattutto ristagni idrici è la bagnatura effettuata nelle ore del mattino, in modo da lasciare asciugare bene il vaso prima della notte. I ciclamini miniatura necessitano di un microclima più umido rispetto ai tipi a sviluppo normale. Per questo la coltivazione su tappetino, che permette contemporaneamente un raffrescamento dell’ambiente ed il mantenimento di un’umidità relativa costantemente elevata, è consigliabile. Per aumentare l’umidità relativa nel corso dell’estate si applicano anche delle spruzzature fogliari, con 'mist' o nebulizzazione della chioma, ottenendo contemporaneamente un benefico abbassa mento della temperatura. Le bagnature fogliari sono però poco sopportate da alcune cultivar, in particolare i tipi a fiore rosso.  

 

Substrato: Prevalenza di torba bionda, fibrosa, minor percentuale di torba scura, 10% perlite o sabbia. 

pH: 5,5-6,5. Ideale intorno a 6  

Salinità: Salinità in coltivazione: ottimale intorno a 1 m Siemens /cm, o comunque inferiore a 1,5; massima 2. Valori troppo elevati di salinità sono dannosi allo sviluppo di germogli e radici. Le radici appaiono prima brune, con scarso sviluppo, poi marcescenti e più suscettibili a successivi attacchi fungini.  

Irrigazione: l’elevata densità delle varietà mini rende il sistema di irrigazione a goccia sconsigliabile sia dal punto di vista economico che tecnico. Per scorrimento su canalette, a flusso e riflusso, per subirrigazione su tappetino, sono altri sistemi molto adatti al ciclamino. Recenti sperimentazioni rivelano che l’utilizzo dei tappetini chiari, meglio se bianchi, favorisce lo sviluppo di piante compatte. La subirrigazione mediante tappetino, aumentando notevolmente l’umidità ambientale, si adatta bene per la coltivazione estiva, presenta però il rischio di patogeni soprattutto nel caso venga riutilizzato e favorisce lo sviluppo di alghe.

Nota: L’ideale è intervenire con le bagnature in modo che permettano una buona asciugatura del substrato di coltivazione. Il ciclamino è infatti molto sensibile agli eccessi idrici.  

 

Concimazione: Concimazione di fondo: non necessaria, ma consigliabile. Recenti sperimentazioni hanno rivelato l’importanza della presenza di una minima concentrazione di sali nutritivi nel substrato di inizio coltivazione. I substrati commerciali sono generalmente dotati di una leggera concimazione di fondo, che dovrebbe corrispondere al massimo a 0,5-0,7 m Siemens/cm. Se si applica la concimazione in azienda, utilizzare 0,5 chilogrammi/mc di concime complesso. 

Note: Nell’applicazione del sistema di irrigazione a flusso e riflusso, abbassare la concentrazione della soluzione fertilizzante a valori inferiori a 0,5 grammi / litro.

Nota: Un eccesso di azoto, soprattutto nitrico, prontamente assimilabile, provoca un allungamento dello stelo, soprattutto se associato con nutrimento insufficiente di fosforo, e un aumento delle dimensioni della foglia con tessuti fogliari teneri, esteticamente poco apprezzati e più sensibili a malattie fungine. L’applicazione di concimazioni bilanciate permette uno sviluppo armonico e regolare della pianta. In particolare è stato provato recentemente che l’applicazione di nitrato di Calcio, oppure di nitrato di potassio, alle dosi di 1 grammo/litro, alternato ai normali concimi forniti con la fertirrigazione, permette di prevenire il comportamento della pianta in cui si ha uno sviluppo delle foglie più esterne, per privilegiare la crescita del centro della pianta, dal mese di settembre. Nel caso la fertirrigazione sia a frequenza settimanale, le concentrazioni di fertilizzante da impiegare aumentano dai 0.5g/l dell’inizio della coltivazione fino agli 1.5-1.8 g/l, al momento di massima crescita; durante il periodo più caldo ed in particolare durante la fioritura si consiglia di non superare gli 1.2-1.5g/l. Nel caso si impieghi la fertirrigazione continua la concentrazione consigliata è di 0.5-0.8g/l, alternando nei periodi più caldi, una semplice irrigazione alla concimazione. Quando con l’abbassamento della temperatura, la pianta tende a prepararsi per la fioritura, si consiglia di passare ad una formulazione più ricca in potassio. 

 

Altre operazioni colturali: L’asportazione dei primi fiori aperti favorisce il successivo sviluppo di una fioritura centrale, decisamente migliore dal punto di vista ornamentale, con fiori più numerosi, omogenei e contemporanei.  

Allargatura:  Una o due, la prima dopo circa 4-5 settimane dall’invasatura. Densità finale di coltivazione: 25-30 piante/mq. 

Brachizzazione:  Facoltativa, con Alar, 2 grammi/litro, fogliari, possono essere effettuati ogni due settimane; si consiglia di iniziare molto precocemente; possono provocare ritardo della fioritura. Alla comparsa del bocciolo interrompere in ogni caso i trattamenti con sostanze brachizzanti. 

 

Prevenzione 

Tra i fattori che condizionano la buona riuscita delle colture, uno dei principali è sicuramente la sanità del materiale vegetale a inizio coltivazione, in entrata in azienda. Per questo l’azione di controllo del materiale in ingresso è importante per verificare sanità e qualità delle giovani piante acquistate. A tale proposito si rimanda alla scheda di controllo del materiale vegetale, messa a punto dal SAIF.

Inoltre, in ciascuno dei seguenti piani colturali si farà riferimento alle malattie più diffuse e problematiche più frequenti su quella specie e, di conseguenza, la necessità e l’urgenza del controllo saranno più specifiche se riferite a quel tipo di problema. 

Principali malattie e difesa 

recenti disposizioni legislative hanno stabilito la revoca di molti principi attivi registrati per il loro utilizzo su specie ornamentali.

L’aggiornamento su nuove disposizioni, sia in materia di nuove registrazioni o revoca dei principi attivi sia dell’introduzione di nuove norme sull’elenco di specie soggette a passaporto, così come di nuovi patogeni da quarantena, sarà a cura del Servizio fitopatologico della Regione Lombardia.

Annualmente si assiste inoltre alla nascita di nuovi principi attivi, a differenti modalità d’azione.

Questo tipo di informazione sarà argomento di aggiornamenti annuali o periodici

 

Insetti  Tripidi: Frankliniella occidentalis; Echinotrips americanus:

Sintomi: deformazione delle foglie; sviluppo irregolare della lamina fogliare; sui fiori: rotture di colore, variegature biancastre. Si tratta di insetti di piccole dimensioni: 1,5-2 millimetri, nel caso di Frankliniella, fino a 4 mm per Echinotrips a. Il più diffuso al momento su ciclamino è Frankliniella; larva e adulto sono di colore giallo-beige, di difficile rilevamento, perché ha l’abitudine a trovarsi all’interno delle gemme, o sotto la lamina fogliare. Lo sviluppo ottimale si ha a 27°C (ciclo in 14gg); si susseguono 6 fasi di crescita, alcune delle quali nel terreno. Spesso si rileva la presenza dell’insetto solo dopo la comparsa dei sintomi. E’ per questo motivo consigliabile adottare sistemi di prevenzione e monitoraggio.

Prevenzione, monitoraggio: la loro presenza può essere evidenziata molto precocemente, grazie al posizionamento, prima dell’arrivo delle piantine radicate, di trappole cromotropiche di colore azzurro, che attirando gli adulti, contribuiscono a ridurre la popolazione, ma soprattutto a dare una utile indicazione sull’entità di infestazione e quindi sulle urgenze di necessità di interventi con prodotti insetticidi.

Lotta chimica: alla comparsa di pochi individui sulle trappole, si consiglia di intervenire, alternando due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (deltametrina: Decis), Methiocarb (Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat), Thiodan (Endosulfan). Lotta biologica : Si interviene con lanci dell’acaro fitoseide Amblyseius cucumeris, predatore di tripidi e in particolare di Frankliniella occidentalis. Il metodo si basa sulla distribuzione dell’acaro, in dosi di circa 20 individui a pianta, in corrispondenza dell’inizio dell’osservazione dei primi tripidi sulle trappole cromotropiche. Per l’intera coltivazione si rendono necessari due lanci, al massimo tre, a distanza di tre-quattro settimane l’uno dall’altro, per un totale di 50-60 individui per pianta. L’ausilio delle trappole cromotropiche è di utilità per decidere il momento di intervento sia nel caso della difesa chimica che nel lancio di acari utili.

 

Afidi:

il tipo di afide più diffuso è l’afide nero.

Lotta: Molto semplice da individuare e riconoscere, si combatte con trattamenti con prodotti specifici: a base di Imidacloprid (Confidor), per bagnatura, piretroidi (Cymbush, Decis, Danitol, Brigata), Methomyl (Lannate); Pirimor, Pymetrozin (Plenum), Thiametoxam (Actara), per bagnatura.

 

Oziorrinco: Othiorrynchus sulcatus, O. rugosostriatum:

Considerato anni fa uno dei più temibili nemici del ciclamino, non rappresenta più oggi un vero pericolo, con l’utilizzo di substrati pronti, a base di torba.

Adulto: coleottero di colore bruno scuro-nero, lungo 8-10 mm, antenne e zampe brune, il rostro è lungo quanto largo; antenne geniculate. Larva bianca, con il corpo arcuato a C, apoda, con capo giallo crema, lunga 1-1,2 cm. Pupa di colore bianco.

Uova: subsferico, bianco appena deposto, diventa arancione. Sintomi principali e organi colpiti: gli adulti si nutrono delle foglie, provocando, con profonde erosioni, danni estetici e funzionali. Il sintomo tipico consiste nella presenza di incisioni anche profonde con contorno tondeggiante, che hanno inizio dal margine fogliare. Questo rappresenta un fattore distintivo rispetto ad altri parassiti. Il danno da parte degli adulti è primaverile-estivo. Le larve provocano danni al colletto e alle radici, nutrendosi di essi, e danneggiandone la funzionalità fino a compromettere la vitalità delle piante più giovani.

Ciclo biologico: sverna generalmente come larva matura o pupa nel terreno e, in alcuni casi, come adulto. Verso la metà-fine di aprile gli adulti escono dal terreno e si dirigono verso la chioma, dove si nutrono delle foglie, generalmente di notte. Dopo circa un mese di nutrimento, inizia la deposizione delle uova, poco sotto il livello del terreno. Le giovani larve divorano voracemente colletto e radici. Nota: se sverna come adulto, una volta giunto in superficie inizia a nutrirsi intorno al mese di aprile. I primi danni che si osservano sulle foglie possono provocare una certa confusione per quanto riguarda un’efficace organizzazione della lotta. Infatti sono provocati dai pochi adulti svernanti. I danni maggiori si osservano successivamente, quando sono divenute adulte le larve o le pupe svernanti. Un secondo danno sulle foglie si osserva a fine estate; prima di interrarsi per trascorrere l’inverno, gli adulti si possono ancora nutrire.

Lotta Chimica: Contro le larve si può intervenire chimicamente con principi attivi quali carbosulfan, Benfuracarb, prodotto sistemico, o clorpyriphos, granulare, persiste nel terreno 2-3 mesi. Contro gli adulti si possono utilizzare principi attivi quali acephate, azinphos-methyl, deltametrina, piretro o cyflutrin. Si consiglia di intervenire nelle ore serali. Biologica: Per la lotta biologica si utilizzano prodotti a base di larve di nematodi del genere Heterorahbditis ( H. heliothidis). Le larve sono in grado di parassitizzare le giovani larve di oziorrinco. Come già descritto, la difficoltà dell’applicazione della lotta biologica consiste nello stabilire il giusto momento di intervento, in cui si presume la presenza di larve di oziorrinco nello stadio di maggiore suscettibilità. Come descritto nel ciclo biologico, dopo circa un mese dall’osservazione della comparsa degli adulti, si possono distribuire le larve di nematodi. Il prodotto commerciale si presenta come sospensione, che deve essere diluita in acqua e distribuita al terreno per irrigazione. Il terreno deve essere ben inumidito, sia prima del trattamento, che dopo, per circa dieci giorni e va mantenuto ben irrigato. Dopo circa 20-30 giorni dal trattamento, è possibile verificare l’avvenuta parassitizzazione. Infatti, le larve di oziorrinco che vengono parassitizzate dall' Integrata. Non sempre è possibile risolvere il problema dell’infestazione da oziorrinco con il solo intervento biologico. Molti fattori ambientali possono infatti influenzare il ciclo di questo coleottero, provocando una notevole scalarità di comparsa di adulti e larve. Si ricorre quindi a un trattamento chimico contro gli adulti, se in primavera la loro presenza è tale da arrecare danni molto gravi alla vegetazione, prima di applicare il prodotto biologico. Un altro trattamento chimico, in alternativa, si può applicare in autunno-inverno, con prodotti a base di benfuracarb, o di clorpyriphos, contro le larve svernanti.

 

Acari  Tarsonemidi, o acari pallidi:

I sintomi sono la presenza di boccioli deformati, fiori con difficoltà di apertura, petali molto piccoli e ripiegati. Le foglie centrali rimangono molto piccole, e ispessite. Le piccolissime dimensioni ne rendono difficile il riconoscimento precoce, prima che i sintomi siano troppo diffusi.

Lotta: La lotta più efficace si attua con prodotti a base di Endosulfan, (Thiodan, Sialan), essendo inefficaci in genere i tradizionali prodotti ad azione acaricida.

 

 Ragnetti rossi o acari tetranichidi: Tetranichus urticae

Gli adulti sono visibili ad occhio nudo, le uova e le forme giovanili grazie all’utilizzo di una semplice lente (uova trasparenti, tondeggianti, sulla pagina inferiore). I sintomi sono rappresentati dalla presenza di decolorazioni sulle foglie, a volte puntiformi, rallentamento della crescita. Presentano in genere un periodo di massima moltiplicazione in estate, anche se l’ambiente artificiale della coltivazione in serra e la presenza di condizioni costanti per quasi tutto l’anno, ne causa una loro presenza quasi continua. Il ragnetto rosso è favorito da alte temperature e bassa umidità ambientale; a 28°C il ciclo si compie in 16gg. E’ richiesto quindi un frequente monitoraggio e un’attenta e costante osservazione.

Lotta: alcuni principi attivi efficaci contro i tripidi possiedono anche azione acaricida: Methiocarb (Mesurol), Acrinatrina (Rufast), Abamectina (Vertimec): quest’ultimo si diffonde in modo traslaminare, raggiungendo strati della foglia non direttamente colpiti dal prodotto, e permettendo una maggiore efficacia e durata del trattamento. E’ importante, nel programma di controllo degli acari, alternare più principi attivi, sia come modalità d’azione che come efficacia sui diversi stadi di sviluppo: adulti, uova, forme giovanili o neanidi.

Lotta biologica: si applica con l’utilizzo di acari fitoseidi, predatori dell’acaro rosso: Phytoseiulus persimilis, distribuito alla dose di 10-20 individui/ metro quadrato.

 

Batteri  Marciume molle, o batteriosi: provocata dal batterio Erwinia carotovora.

I sintomi più evidenti sono molto simili a Fusarium. Nel caso di batteriosi, il bulbo è, a differenza di Fusarium, di consistenza molle, e rilascia una sostanza biancastra, dall’odore acre di ammoniaca. La chioma si distacca completamente dal bulbo. Fattori che predispongono l’infezione: alta umidità relativa, ristagni idrici, eccesso di concimazioni, valori di pH troppo bassi. La lotta, come per tutti i batteri, è di tipo preventivo, e si basa sul mantenimento di buone condizioni igieniche in serra: ambiente, bancali, eliminazione immediata della piante colpite, verifica della sensibilità da parte della cultivar.

 

Fisiopatie:  La maggior parte delle fisiopatie su ciclamino è collegata con problemi legati alle concimazioni, di tipo non equilibrato o a favore di alcuni elementi nutritivi rispetto ad altri. Le principali sono: presenza di foglie ingiallite, con scarso sviluppo della pianta, vegetazione indurita: carenza di azoto, ridotto sviluppo delle radici e ritardo nella fioritura, carenza di fosforo.

 

Crittogame  Fusariosi del ciclamino : nome scientifico: Fusarium oxysporum f. sp. Cyclaminis.

Si tratta di una malattia un tempo molto diffusa e pericolosa sul ciclamino, che ne provocava l’avvizzimento e quindi la morte. Alcuni tra gli ibridi più recenti sono stati selezionati anche per la resistenza o tolleranza a Fusarium. E’ un fungo vascolare, che provoca il marciume del bulbo.

I sintomi iniziali sono rappresentati da un ingiallimento dei margini delle foglie basali, iniziando generalmente dal centro della pianta. E’ frequente che l’ingiallimento e successivo appassimento riguardino inizialmente solo una parte di pianta. Il sintomo avanzato è un appassimento irreversibile della pianta, le cui foglie si adagiano ripiegandosi sul terreno. Un sintomo che differenzia Fusarium da altri tipi di marciume, causati da altri patogeni fungini è la presenza di vasi o settori bruno-neri, che compaiono sezionando il bulbo trasversalmente. Nella fase finale della malattia, si osserva la presenza di una muffa bianca che ricopre le parti colpite.

 

Muffa grigia, causata dal fungo Botrytis cinerea

Il fattore ambientale che favorisce tale fungo è prevalentemente l’elevata umidità relativa; i sintomi sono rappresentati da disseccamenti fogliari nerastri, che vanno dal margine verso l’interno della foglia, che si ricoprono di un’evidente muffa grigio scura. Se la lotta preventiva non è sufficiente, si interviene con prodotti a base di Iprodione (Rovral, Iprodial), Chlortalonil (Daconil), Tolchophos metile (Rizolex), Proclorax (Octave). In fase di fioritura alcuni di questi prodotti possono risultare fitotossici.

 

Antracnosi, o Gleosporium cyclaminis

Si manifesta con la presenza di strozzatura dei piccioli e dei peduncoli, e macchioline tonde e brune sulle foglie, che si presentano ispessite. La lotta si può effettuare con gli stessi principi attivi efficaci contro Fusarium.

 

Marciume secco, o Cylindrocarpon destructans, o Nectria

I sintomi sono rappresentati da macchie nere depresse sia alla base dei piccioli che sulla lamina fogliare, in genere a partire dal centro e dalla zona vicina al picciolo, cancri sul fusto.

Lotta: I trattamenti fungicidi contro Fusarium sono efficaci anche contro questo fungo.

Nota: il principio attivo Prochloraz deve essere utilizzato con moderazione, poiché può, su alcune cultivar, rallentare lo sviluppo delle radici e vegetativo in generale, nonché ritardare la fioritura. Alcuni principi attivi fungicidi sono stati recentemente vietati all’utilizzo e alla commercializzazione. Tra questi: Carbendazim, la cui commercializazione è stata vietata dal 15 marzo.

  

Standard di prodotto  

Dimensioni della pianta:  in base al tipo di vaso utilizzato. 

Caratteristiche: è importante, dal punto di vista estetico, che si abbia una fioritura centrale abbondante che sovrasti in altezza la vegetazione sottostante.

 

Principali varietà coltivate  

Rientrano sotto questo nome molti tipi di ciclamino, appartenenti a più serie o selezioni. Si tratta quasi sempre di ibridi, anche se, nella nomenclatura corrente, il ciclamino ibrido è considerato quello di maggiori dimensioni

Serie Libretto: colori: carminio, fucsia, salmone chiaro con occhio, rosa intenso, rosa, rosa chiaro con occhio, scarlatto, violetto, rosso vino, bianco, bianco con occhio 

Serie Metis: colori bianco, rosso scarlatto, bianco con occhio, fucsia, magenta, viola salmone, rosa chiaro con occhio. 

Serie Minimate: olor rosa chiaro, rosso porpora, rosa, rosso, bianco, bianco con occhio  

Serie Miracle: colori bianco puro, bianco con occhio, rosa, rosa intenso, rosa salmone scuro, rosso, porpora, salmone. 

 

Progetto Regionale di Assistenza Tecnica al settore Florovivaistico realizzato nell'ambito della misura N 1.14 del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con il contributo congiunto di Comunità Europea, Stato Italiano e Regione Lombardia, la cui attuazione è stata affidata alla Fondazione Minoprio