Regione Lombardia - S.A.I.F. 

Servizio Assistenza Integrata al Florovivaismo

 

 

Scheda colturale di

Dieffenbachia (Dieffenbachia seguine Dieffenbachia maculata) 

Famiglia: Aracaceae   

Origine: America equatoriale   

 

Tecnica Colturale:  

Inizio di coltivazione: Ciclo continuo durante tutto l’anno. 

Ciclo di coltivazione: Da 4 settimane per i vasetti del diametro 6 e 8; 12 settimane e più, per le taglie superiori (vasi 14-16-e 18); si programma il ciclo di coltivazione in base alle maggiori richieste del prodotto finito. 

Vaso di coltivazione: Contenitori di diametro 10-12-14-16-18. Vaso 18-20 per varietà che si adattano alle piante di grandi dimensioni, es. Favoriet. Per la produzione di giovani piante da inserire in composizioni: vasetti di diametro 6 e 8.  

 

Ambiente di coltivazione: Caldo umido ombreggiato. 

Temperatura: 20-25°C. Temperature intorno a 30°C sono favorevoli allo sviluppo, ma devono preferibilmente essere presenti con intensità luminose elevate, intorno a 20.000 lux.

Differenze di temperatura troppo forti tra giorno e notte, per esempio notturna intorno o inferiore a 18°C rallentano notevolmente la crescita. Sono da sconsigliare anche forti differenze di temperatura tra il substrato e la parte aerea.  

Luce: L’intensità luminosa va correlata all’umidità relativa; in condizioni di luce intorno a 8.000-10.000 lux, l’umidità relativa ottimale è del 70-80%, a 15.000-25.000 lux, si possono raggiungere valori di umidità relativa dell’80-90% e temperature vicine ai 30°C.

Ombreggiamento: in estate si consiglia un ombreggiamento del 70% - 75%.

Nota: luminosità insufficiente, abbinata con elevata umidità relativa provoca piante deboli e con tessuti teneri. Un eccesso di intensità luminosa può invece causare la fioritura delle piante e indurimento e decolorazione delle foglie (vedi fisiopatie).  

 

Substrato: Substrati commerciali: leggeri, molto porosi, a prevalente composizione di torba fibrosa, con una piccola percentuale di perlite (10-20%). Substrati aziendali: torba, foglie di faggio e aghi di pino, perlite.  

pH: Da 5 a 6 

Irrigazione: Da evitare la bagnatura dall’alto, che favorisce l’insorgere di condizioni di bagnatura delle foglie e predispone i tessuti ad un intenerimento, fattore favorevole all’insorgenza e alla maggiore sensibilità alle batteriosi.

 

Concimazione: Per fertirrigazione: con interventi settimanali: alla concentrazione dell’1,5 - 2 grammi/litro, continua: 0,5-0,7 grammi /litro. Rapporto tra gli elementi nutritivi N:P:K, 3:1:3., oppure 4:1:3. Importante il Calcio, in quantità simili al potassio. 

Note: Nota: eccessi di concimazione azotata provocano tessuti più teneri e maggiormente sensibili a batteriosi e malattie fungine. Sperimentata la concimazione carbonica, per aumentare lo sviluppo soprattutto in inverno: da 700 a 900 ppm.  

 

Moltiplicazione: Talea di punta o di nodo, in condizioni di elevata umidità relativa, sotto "mist", o sotto tunnel di film plastico molto basso. Substrato di radicazione, con torba fine 50-60% e perlite 40-50%. Per le aziende che attuano la moltiplicazione interna è importante il mantenimento di piante madri sane, quindi controlli frequenti delle condizioni di nutrimento e sanitarie, e dell’igiene ambientale e del bancale, a scopo preventivo, riferito in particolare alle batteriosi. Trattamenti con rame sulle piante madri si renderanno indispensabili a cadenze fisse, sempre a scopo preventivo ed eventualmente subito dopo il prelievo delle talee, momento in cui le piante madri sono più sensibili e delicate.

 

Prevenzione 

Tra i fattori che condizionano la buona riuscita delle colture, uno dei principali è sicuramente la sanità del materiale vegetale a inizio coltivazione, in entrata in azienda. Per questo l’azione di controllo del materiale in ingresso è importante per verificare sanità e qualità delle giovani piante acquistate. A tale proposito si rimanda alla scheda di controllo del materiale vegetale, messa a punto dal SAIF.

Inoltre, in ciascuno dei seguenti piani colturali si farà riferimento alle malattie più diffuse e problematiche più frequenti su quella specie e, di conseguenza, la necessità e l’urgenza del controllo saranno più specifiche se riferite a quel tipo di problema. 

 

Principali malattie e difesa 

recenti disposizioni legislative hanno stabilito la revoca di molti principi attivi registrati per il loro utilizzo su specie ornamentali.

L’aggiornamento su nuove disposizioni, sia in materia di nuove registrazioni o revoca dei principi attivi sia dell’introduzione di nuove norme sull’elenco di specie soggette a passaporto, così come di nuovi patogeni da quarantena, sarà a cura del Servizio fitopatologico della Regione Lombardia.

Annualmente si assiste inoltre alla nascita di nuovi principi attivi, a differenti modalità d’azione.

Questo tipo di informazione sarà argomento di aggiornamenti annuali o periodici.

 

Insetti  Echinotrips americanus: tripide.

fino a qualche anno fa non era presente in Italia; ha iniziato a diffondersi e dieffenbachia è stata una tra le prime piante ad essere colpite. I sintomi sono rappresentati da lievi deformazioni delle foglie, decolorazione diffusa, rallentamento della crescita.

I sintomi sono molto simili a quelli dovuti ad acari. Echinotrips è un tripide di dimensioni maggiori di Frankliniella; di colore nero, con una sottile linea bianca in corrispondenza dell’attaccatura delle ali, vive generalmente sulla lamina sia superiore che inferiore della foglia.

Le larve sono di colore giallo chiarissimo, quasi trasparenti, spesso più frequenti sulla pagina inferiore. I sintomi sono un rallentamento generalizzato della crescita, la presenza di fogliame più chiaro, con strisce di colore verde chiaro "a puntini". Sono molto simili ai danni causati da acari (vedi in seguito).

Lotta: utilizzo delle trappole cromotropiche di colore azzurro, a scopo di monitoraggio, per evidenziare le zone della serra e i bancali da cui inizia l’infestazione. Alla comparsa di pochi individui di tripide, si consiglia di intervenire, alternando due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (deltametrina:Decis), Methiocarb (Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat), Thiodan (Endosulfan).

 

Frankliniella occidentalis:

tripide diffuso da più tempo in Italia, rispetto al precedente, ma di più difficile rilevamento per le abitudini a ritrovarsi all’interno delle gemme, o sulla pagina inferiore delle foglie, e di dimensioni notevolmente inferiori rispetto a Echinotrips. Anche i sintomi sono diversi, tipici dei tripidi più conosciuti, con deformazioni delle foglie e gemme. I prodotti indicati per la lotta sono gli stessi.

 

Acari  Acari: acari tetranichidi: Tetranichus urticae o ragnetto rosso, e acari tarsonemidi:

più frequenti i primi, sono visibili ad occhio nudo, le uova e le forme giovanili grazie all’utilizzo di una semplice lente (uova trasparenti, tondeggianti, sulla pagina inferiore.

I sintomi sono rappresentati dalla presenza di decolorazioni sulle foglie, a volte puntiformi, rallentamento della crescita. Sono favoriti da condizioni di secchezza dell’ambiente di coltivazione, non ottimale per la Dieffenbachia, e presentano in genere un periodo di massima moltiplicazione in estate, anche se l’ambiente artificiale della coltivazione in serra e la presenza di condizioni costanti per quasi tutto l’anno, ne causa una loro presenza quasi per tutto l’anno. E’ richiesto quindi un monitoraggio continuo e un’attenta e costante osservazione.

Lotta: alcuni principi attivi efficaci contro i tripidi sono anche acaricidi. Inoltre si consigliano: Fenpropatrin (Danitol), Bifentrin (Brigata), Methiocarb (Mesurol), Acrinatrina (Rufast), Abamectina (Vertimec): quest’ultimo si diffonde in modo traslaminare, raggiungendo strati della foglia non direttamente colpiti dal prodotto, e permettendo una maggiore efficacia e durata del trattamento. Altri principi attivi efficaci: Cyexatin (Acarstin, Pennstyl), Clorfentezine (Apollo), Fenpyroximate (Miro), Tebufenpyrad (Masai).

E’ importante, nel programma di controllo degli acari, alternare più principi attivi, sai come modalità d’azione che come efficacia sui diversi stadi di sviluppo:  adulti, uova, forme giovanili o neanidi..

Lotta: Contro il ragnetto rosso è possibile applicare la lotta biologica con l’utilizzo di acari predatori, del gruppo degli Amblyseius. A. cucumeris, A. californicus e Phytoseiulus persimilis. Questi acari si distribuiscono all’inizio dell’infestazione utilizzando barattoli o le bustine con cui vengono commercializzati, cercando di favorire una distribuzione omogenea, anche in base al livello di infestazione presente sulle varie zone del bancale e della serra.

In situazioni ambientali loro favorevoli, si moltiplicano e si mantengono a livelli utili per combattere l’infestazione da acaro rosso, ripetendo il lancio in caso di necessità. Non ci sono regole generali per questo intervento di lotta biologica, ma occorre, di colte in colta seguire da vicino la coltivazione e decidere di intervenire in base alla situazione in atto.

 

Batteri  Marciume batterico, causato da Erwinia chrysanthemi pv. dieffenbachiae:

i sintomi principali sono rappresentati da macchie fogliari ovali, che si allargano velocemente, fino a diventare acquose al centro, fessurazioni alla base del fusto, distacco delle foglie basali, con marcescenza del picciolo. Lotta: di tipo preventivo, evitando le condizioni che predispongono la pianta alla sensibilità: eccessi di umidità, di concimazione azotata, substrato poco drenante, carenza di potassio, elevata salinità o eccessi di concimazione, presenza di ferite.

Nelle aziende in cui si applica la moltiplicazione, dopo il prelievo delle talee, si creano delle ferite da cui possono penetrare i batteri. In questo caso è utile un trattamento con sali di rame. Il rame non combatte la batteriosi ma rende i tessuti più resistenti ad eventuali attacchi e rallenta la diffusione del batterio da una pianta all’altra, e favorisce la cicatrizzazione delle ferite.

Nota: i trattamenti con rame , a scopo di rallentamento delle batteriosi, sono da effettuarsi miscelandolo con acqua per raggiungere un pH vicino a 6, per evitare fenomeni di fitotossicità, che si manifestano con la presenza di pH troppo basso e rame. Non miscelare tra loro rame e Fosetyl Alluminio, a reazione acida.

 

Fisiopatie:  Presenza di foglie ripiegate "a doccia", con margini rivolti verso l’alto, non ben distese: la causa principale risiede nella presenza di condizioni di coltivazione con temperature inferiori ai 17-18°C a cui la dieffenbachia reagisce ripiegando a doccia la lamina fogliare, soprattutto delle foglie basali e mediane. Un’altra causa è da ricercarsi in situazioni di eccesso di ventilazione e di sbalzi termici, o condizioni ambientali non costanti, ma variabili nel corso della giornata.

 

Eccesso di luce: può provocare la presenza di aree di consistenza dura, cuoiosa, e di colore biancastro sulla foglia; molto frequente sulla cultivar "Camilla", che richiede meno luce delle altre, mostra una variegatura più chiara, con crescita ridotta. Si verifica prevalentemente d’estate, con esposizioni al pieno sole; intervenire con ombreggianti.

 

Crittogame  Marciume fogliare: Myrothecium roridum

i sintomi sono rappresentata da macchie tonde giallastre sulle foglie, generalmente centrali, che si allungano via via, diventando di colore bruno ai bordi, con il centro di consistenza acquosa, per poi disgregarsi al centro. Fattori predisponenti, che favoriscono l’insorgere dell’infezione, sono: condizioni ambientali caldo-umide, con temperature ottimali intorno ai 28°C. Lotta: con prodotti a base di ditiocarbammati, o di sali di rame. Molto efficaci: Iprodion e (Rovral), Prochloraz (Octave), Clortalonil (Daconil). Si consiglia di eliminare immediatamente le piante colpite, da cui si potrebbe diffondere la malattia.

 

Marciume radicale e dello stelo: Phytophthora palmivora:

i sintomi si evidenziano sia sulle radici, che risultano con lesioni e marciume bruno su fusto e foglie. In questo caso si osservano foglie con portamento orizzontale, o rivolto verso il basso, più strette del normale, foglie basali ingiallite. La sezione del fusto è rossastra; al colletto si ha marciume molle. La presenza di nematodi sul tappetino, che si localizzano preferibilmente sul film d’acqua presente sul bancale di coltivazione, favorisce l’ulteriore diffusione della malattia, diffondendone le spore nei tessuti radicali.

Fattori di coltivazione che predispongono alla malattia: umidità ambientale elevata, ristagni idrici, eccessi di bagnature, mancata disinfezione tra una coltura e l’altra, scarsa igiene del bancale. Lotta: utilizzo di prodotti a base di Fosetyl Al (Aliette), fungicida efficace sia direttamente che con azione di stimolo della produzione di fitoalessine, sostanze naturali di difesa dalle malattie fungine, da parte delal painta. Altri proincipi attivi efficaci: Metalaxyl (ridomil), Furalaxyl (Fongarid), Propamocarb (Previcur), Etridiazole (Terrazole).

 

Muffa grigia, causata dal fungo Botrytis cinerea.

Il fattore ambientale che favorisce tale fungo è prevalentemente l’elevata umidità relativa; i sintomi sono rappresentati da disseccamenti fogliari nerastri, che vanno dal margine verso l’interno della foglia, che si ricoprono di un’evidente muffa grigio scura. Lotta: si interviene con prodotti a base di Iprodione (Rovral, Iprodial), Chlortalonil (Daconil), Tolchophos metile (Rizolex), Proclorax (Octave).

 

 

Standard di prodotto  

Dimensioni della pianta: In base al tipo di contenitore  

Numero di ramificazioni: Piante ben ramificate a partire dal basso, con foglie distese, erette, variegatura caratteristica della specie e cultivar. 

 

Principali varietà coltivate  

Dieffenbachia maculata: a foglia piccola e media 

Dieffenbachia seguine:   a foglia grande, Dieffenbachia maculata, ed altre specie, a foglia piccola e media. 

Tropic Snow, Camilla, Exotica, Compacta, Perfectino, Favoriet:  dimensioni giganti.

 

 

Progetto Regionale di Assistenza Tecnica al settore Florovivaistico realizzato nell'ambito della misura N 1.14 del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con il contributo congiunto di Comunità Europea, Stato Italiano e Regione Lombardia, la cui attuazione è stata affidata alla Fondazione Minoprio