Regione Lombardia - S.A.I.F. 

Servizio Assistenza Integrata al Florovivaismo

 

Scheda colturale di

Prunus Laurocerasus  

Famiglia: Rosaceae   

Origine: Europa orientale, Asia minore   

 

Tecnica Colturale:  

Inizio di coltivazione: (Invasatura delle talee radicate) primaverile: aprile- maggio. 

 

Ambiente di coltivazione:

All’aperto o sotto tunnel, o ombraio. 

Luce: ombreggiamento estivo 

 

Substrato: In piena terra: evitare i terreni calcarei, su cui manifesta clorosi ed effettuare prima dell’impianto lavorazioni fino a 30 cm. di profondità, con arature erpicature e fresature, con cui interrare concimi organici.

Composizione media indicativa del substrato ideale: nel caso di piante in contenitore utilizzare una miscela di torba bionda: terra e pomice ( o perlite) in rapporto di 3:2:1. 

pH: Il terreno ideale è vicino alla neutralità o poco inferiore: pH = 6,5-7 

Salinità: 1.000 - 1.500 m Siemens /cm 

Irrigazione: Non richiede particolari sistemi di irrigazione, anche il metodo per aspersione si adatta molto bene, trattandosi di coltivazioni all’aperto e di una specie di reddito non elevato, su cui non sempre è conveniente adottare investimenti particolarmente onerosi (es: irrigazione a goccia) 

 

Concimazione: Si possono effettuare concimazioni con concimi organici a base di urea, in estate; il rapporto tra gli elementi nutritivi deve nella prima fase di coltivazione essere a favore dell’azoto, per stimolare una buona crescita e sviluppo vegetativo delle piante ed un loro ideale allungamento.

Nel caso di piante in contenitore intervenire con concimi a lenta cessione in dosi di 2 - 4 chilogrammi di concime a metro cubo, con titolo N:P:K di 16:8:12., nel corso della coltivazione. Intervenire con le concimazioni non oltre la fine dell’estate. Stimolando la vegetazione a fine inverno le piante sono infatti più soggette ai danni da freddo, sulla vegetazione tenera. 

 

Altre operazioni colturali:

Diserbo: nella coltivazione in contenitore come in quella in pieno campo, si rendono necessari interventi volti a ridurre lo sviluppo delle erbe infestanti che, oltre a rappresentare un problema estetico, soprattutto nel caso della coltivazione in vaso, sono di ostacolo per lo sviluppo delle piante di lauro per lo sviluppo delle radici e della chioma. I più indicati principi attivi sono: Isoxaben (Gallery) o Trifluralin, ad azione antigerminello; Gallery+Kerb, Goal+Kerb (Ronstar). 

Riformazione leader: Spuntature per favorire la ramificazione delle piante dal basso ed un aspetto più compatto, con più ramificazioni: una volta l’anno 

 

Moltiplicazione: Talea di punta o di nodo, comprendente due nodi. La lunghezza ideale della talea è intorno a 20-25 cm. Substrato di radicazione: torba e sabbia 50%, torba 80, perlite 20%. Il substrato deve essere leggero e ben drenante.

Periodo ideale per il prelievo delle talee: fine estate, non oltre la metà di ottobre.

La protezione delle talee dal freddo e dall’eccesso di soleggiamento, lieve ombreggiamento permette di ridurre i tempi di radicazione, aumentare la percentuale di talee radicate e limitare le perdite per malattie fungine al colletto. Un altro sistema utilizzato per prevenire danni da malattie fungine e attacchi al colletto consiste nel trattare le piante madri con prodotti fungicidi a base di Prochloraz (Octave), Benomyl (Benlate), Propamocarb (Previcur), Furalaxyl (Fongarid).

 

Prevenzione 

 

Tra i fattori che condizionano la buona riuscita delle colture, uno dei principali è sicuramente la sanità del materiale vegetale a inizio coltivazione, in entrata in azienda. Per questo l’azione di controllo del materiale in ingresso è importante per verificare sanità e qualità delle giovani piante acquistate. A tale proposito si rimanda alla scheda di controllo del materiale vegetale, messa a punto dal SAIF.

Inoltre, in ciascuno dei seguenti piani colturali si farà riferimento alle malattie più diffuse e problematiche più frequenti su quella specie e, di conseguenza, la necessità e l’urgenza del controllo saranno più specifiche se riferite a quel tipo di problema. 

  

Principali malattie e difesa 

 

recenti disposizioni legislative hanno stabilito la revoca di molti principi attivi registrati per il loro utilizzo su specie ornamentali.

L’aggiornamento su nuove disposizioni, sia in materia di nuove registrazioni o revoca dei principi attivi sia dell’introduzione di nuove norme sull’elenco di specie soggette a passaporto, così come di nuovi patogeni da quarantena, sarà a cura del Servizio fitopatologico della Regione Lombardia.

Annualmente si assiste inoltre alla nascita di nuovi principi attivi, a differenti modalità d’azione.

Questo tipo di informazione sarà argomento di aggiornamenti annuali o periodici. 

 

Principali malattie e difesa  

Insetti  Afidi:

verdi o bruni, si ritrovano soprattutto su gemme e giovani foglie. I sintomi sono l’arricciamento e accartocciamento delle foglie colpite.

Sono frequenti soprattutto in primavera e a inizio estate, ma non rappresentano un problema particolarmente grave e specifico per il lauro. Lotta: con prodotti a base di Imidacloprid (Confidor), ad azione sistemica, Bifentrin (Brigata), Etiofencarb (Croneton), Fenpropatrin (Danitol), Deltametrina (Decis), acephate (Ortene), Pymetrozine (Plenum), ad azione sistemica

 

Psilla del lauro: Trioza alacris:

Trioza alacris: provoca bollosità sulle foglie nella stagione primaverile, e sono evidenti larve ed adulti dell’insetto in corrispondenza della pagina inferiore della foglia. I prodotti per la lotta sono gli stessi indicati per il controllo degli afidi

 

Oziorrinco: Othiorrynchus sulcatus, O. rugosostriatum:

Adulto: coleottero di colore bruno scuro-nero, lungo 8-10 mm, antenne e zampe brune, il rostro è lungo quanto largo; antenne geniculate. Larva bianca, con il corpo arcuato a C, apoda, con capo giallo crema, lunga 1-1,2 cm. Pupa di colore bianco.

Uova: subsferico, bianco appena deposto, diventa successivamente color arancione. Sintomi principali e organi colpiti: gi adulti si nutrono delle foglie, provocando, con profonde erosioni, danni estetici e funzionali (ridotta fotosintesi).

Il sintomo tipico consiste nella presenza di incisioni anche profonde con contorno tondeggiante, che hanno inizio dal margine fogliare, raramente dal centro della foglia. Questo rappresenta un fattore distintivo rispetto ad altri parassiti. Il danno da parte degli adulti è tipicamente primaverile-estivo.

Le larve provocano danni al colletto e alle radici, nutrendosi di essi, e danneggiandone la funzionalità fino a compromettere la vitalità delle piante più giovani.

Ciclo biologico: sverna generalmente come larva matura o pupa nel terreno e, in alcuni casi, come adulto. Verso la metà-fine di aprile gli adulti fuoriescono dal terreno e si dirigono verso la chioma, dove iniziano a nutrirsi delle foglie. Si nutrono generalmente di notte, uscendo dal terreno al crepuscolo. Dopo circa un mese di nutrimento, inizia la deposizione delle uova, poco sotto il livello del terreno. Le giovani larve iniziano a nutrirsi voracemente di colletto e radici. Nota: se sverna come adulto, una volta giunto in superficie inizia a nutrirsi intorno al mese di aprile.

I primi danni che si osservano sulle foglie possono provocare una certa confusione per quanto riguarda un’efficace organizzazione della lotta. Infatti sono provocati dai pochi adulti svernanti. I danni maggiori si osservano successivamente, quando sono divenute adulte le larve o le pupe svernanti. Un secondo danno sulle foglie si osserva a fine estate; prima di interrarsi per trascorrere l’inverno, gli adulti si possono ancora nutrire.

Lotta: Lotta Chimica: Contro le larve si può intervenire chimicamente con principi attivi quali carbosulfan, Benfuracarb, prodotto sistemico, o clorpyriphos, granulare, persiste nel terreno 2-3 mesi.

Contro gli adulti si possono utilizzare principi attivi quali acephate, azinphos-methyl, deltametrina, piretro o cyflutrin. Si consiglia di intervenire nelle ore serali. Biologica: Per la lotta biologica si utilizzano prodotti a base di larve di nematodi del genere Heterorahbditis ( H. heliothidis). Le larve sono in grado di parassitizzare le giovani larve di oziorrinco. Come già descritto, la difficoltà dell’applicazione della lotta biologica consiste nello stabilire il giusto momento di intervento, in cui si presume la presenza di larve di oziorrinco nello stadio di maggiore suscettibilità. Come descritto nel ciclo biologico, dopo circa un mese dall’osservazione della comparsa degli adulti, si possono distribuire le larve di nematodi.

Il prodotto commerciale si presenta come sospensione, che deve essere diluita in acqua e distribuita al terreno per irrigazione. Il terreno deve essere ben inumidito, sia prima del trattamento, che dopo, per circa dieci giorni e va mantenuto ben irrigato.

Dopo circa 20-30 giorni dal trattamento, è possibile verificare l’avvenuta parassitizzazione. Infatti, le larve di oziorrinco che vengono parassitizzate dal Integrata Non sempre è possibile risolvere il problema dell’infestazione da oziorrinco con il solo intervento biologico. Molti fattori ambientali possono infatti influenzare il ciclo di questo coleottero, provocando una notevole scalarità di comparsa di adulti e larve. Si ricorre quindi a un trattamento chimico contro gli adulti, se in primavera la loro presenza è tale da arrecare danni molto gravi alla vegetazione, prima di applicare il prodotto biologico. Un altro trattamento chimico, in alternativa, si può applicare in autunno-inverno, con prodotti a base di benfuracarb, o di clorpyriphos, contro le larve svernanti.

 

Fisiopatie  Ustioni sulle foglie, provocate da eccesso di esposizione alla luce del sole nel periodo estivo. Si manifestano come aree color bruno o bronzeo, in corrispondenza dell’incidenza della luce solare sulle foglie.

 

Crittogame  Oidio o mal bianco:

rappresenta la malattia fungina a cui il lauro è più sensibile. Agente della malattia è il fungo Sphaeroteca pannosa: i sintomi principali sono la presenza di una muffa leggera e biancastra, che si trasforma, se l’attacco prosegue, in macchie necrotiche, fino alla caduta dell’intera foglia, se non si provvede a trattare con i prodotti specifici.

Le più colpite sono le giovani foglie e germogli, su cui appaiono anche bollosità e ingiallimenti, prima della fuoriuscita della muffa. Le condizioni ambientali che favoriscono lo sviluppo del fungo, svernante tra le gemme e nei rametti sono temperature miti, intorno a 20°C, e umidità relativa del 75-80%.

Oltre al periodo primaverile-estivo, c’è un secondo rischio di infezione a fine estate. Criteri di prevenzione sono l’adozione di condizioni ideali di coltivazione ed equilibrate di concimazione. Eccessi di azoto, potature eccessive che stimolano la ripresa vegetativa di tenera consistenza e lo sviluppo di lunghi getti indeboliscono la pianta rendendola più suscettibile a malattie fungine di questo tipo.

Per la lotta si consigliano: prodotti sistemici a base di triazoli (Topas), prodotti di copertura a base di zolfo, Fenarimol (Rubigan), ad azione citotropica-traslaminare, Bitertanolo (Baycor), Propiconazolo (Tilt), Bupirimate (Nimrod Oidiumstop)

 

Vaiolatura o impallinatura, provocata dal fungo Coryneum beijerinckii:

i sintomi principali sono rappresentati dalla presenza di macchioline marroni di piccole dimensioni: 2-4 millimetri di diametro, con bordo viola, che si bucherellano all’interno, lasciando sulla foglia numerosi forellini, in corrispondenza del centro delle macchie. Sui rami i sintomi appaiono come fessure o piccoli cancri, da cui fuoriesce della gomma. Dal punto di vista dell’ambiente ideale di sviluppo del fungo, bastano 15°C di temperatura e preferibilmente la presenza di un velo d’acqua sulle foglie.

Lotta: con prodotti a base di ossicloruro di rame a fine inverno; se le condizioni della stagione di crescita sono state particolarmente favorevoli all’infezione si può trattare con Thiram per colpire le forme di sopravvivenza del fungo.

 

Disseccamento del lauroceraso, provocato dal fungo Sphaeropsis malorum:

i sintomi principali sono rappresentati da disseccamenti dei rami che iniziando dall’apice si dirigono verso l’inserzione dei rami sulle branche. I sintomi successivi sono la comparsa di cancri su fusto e rami all’inserzione dei rami. Condizioni ottimali di sviluppo del fungo sono temperature miti primaverili, intorno ai 20°C e situazioni di debolezza della pianta.

La potatura invernale dei rami colpiti e dei cancri e la loro disinfezione con prodotti a base di rame, in inverno, permette una riduzione anche di questa infezione.

 

Malattie del colletto: causati da funghi dei generi Pythium e Phytophthora:

sono frequenti sulle giovani piante da poco invasate o trapiantate e sulle talee in radicazione.

Lotta: con prodotti a base di Metalaxyl (Ridomil), Fosetyl Alluminio (Aliette), Propamocarb (Previcur)

 

 

Principali varietà coltivate  

  Prunus laurocerasus 'Angustifolia', 'Otto Luyken', 'Rotundifolia', 'Reynvaanii', 'Herbergii':   

 

 

 

 

Progetto Regionale di Assistenza Tecnica al settore Florovivaistico realizzato nell'ambito della misura N 1.14 del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con il contributo congiunto di Comunità Europea, Stato Italiano e Regione Lombardia, la cui attuazione è stata affidata alla Fondazione Minoprio.