Regione Lombardia - S.A.I.F.
Servizio Assistenza Integrata al Florovivaismo
Scheda colturale di
Rosa miniatura (Rosa spp.)
Famiglia: Rosaceae
Origine: diversa, secondo la specie
Tecnica Colturale:
Inizio di coltivazione: Invasatura delle piante innestate in inverno.
Ciclo di coltivazione: Ciclo breve: 10-12 settimanae di coltivazione, partendo dalla talea. Ciclo lungo: le piante radicate si invasano nei mesi estivi, vengono poi trasferite all'aperto e riportate in serra per la forzatura circa 8-9 settimane prima della vendita.
Vaso di coltivazione: 18-20 cm.
Ambiente di coltivazione:
Temperatura: Temperature miti, superiori ai 15 C° per una buona fioritura; se la temperatura è troppo bassa per una determinata cultivar, si hanno fiori con numerosissimi petali, oppure si possono avere germogli ciechi, senza gemma a fiore. In condizioni di temperature troppo elevate, oltre i 35°C si può verificare la caduta delle foglie, boccioli ustionati, fiori di colore pallido. L’immensa possibilità delle varietà offerte permette di trovare il tipo adatto alla propria situazione di clima ed esposizione.
All’inizio della coltivazione, 18-20°C sono i valori ideali. Nel caso di forzatura di piante dopo il periodo di riposo al freddo, mantenere, dalla seconda settimana in poi, temperature costanti giorno e notte, o con valori lievemente più alti di notte.(vedi: altre operazioni colturali: forzatura)
Luce: La rosa ama la luce intensa e diffusa. Intensità luminose indicative: intorno a 10.000 lux. In condizioni di elevata intensità luminosa la fioritura ed il vigore della pianta vengono favoriti, così come la colorazione dei fiori.
Umidità Relativa %: 60-70% durante la coltivazione; 90-95% in fase di radicazione delle talee
Substrato: Miscela di torba e terra di campo; terriccio universale con concime di base.
pH: 6 - 7
Salinità: intorno a 1.500 m S / cm
Irrigazione: Il mantenimento di una costante umidità del terreno, evitando gli sbalzi tra siccità ed eccesso di acqua vicino alle radici è molto importante, per prevenire fenomeni di ristagno idrico e, nel caso di varietà con radici superficiali, stress da siccità. In primavera sono consigliate annaffiature abbondanti e regolari, con frequenza di 7-8 giorni. In estate è importante anche la temperatura dell’acqua, che non deve essere troppo fredda, per evitare di danneggiare i tessuti della pianta.
L’eccesso di umidità a livello delle ramificazioni più basse e delle foglie basali favorisce le malattie fungine, in particolare Botrytis e Peronospora. Un’altra precauzione da adottare nel caso della rosa è di evitare le bagnature serali, sia nel periodo autunnale sia primaverile.
La permanenza di una pellicola d’acqua sulle foglie favorisce, infatti, l’insorgere di muffe, in particolare Botrytis e Peronospora, che compromettono poi la apertura dei germogli e dei boccioli.Buona norma, infine, utilizzare acqua piovana, non calcarea.
Note: A cespuglio, con ramificazioni a partire dal colletto.
Concimazione: Gli elementi richiesti in maggiore quantità sono azoto e potassio, segue il fosforo e i microelementi, in particolare Ferro. Come concimazione di base nel substrato iniziale si utilizzano concimi complessi in dose di 1,5-2 kg/mc.
Durante la forzatura applicare la fertirrigazione, in dosi di 1,5-2 g/litro settimanali o 0,5-1 grammo/litro continue, complete di macro e microlementi, con prevalenza di azoto nelle prime fasi, di potassio in vicinanza della fioritura.
Altre operazioni colturali:
Induzione della fioritura delle piante dopo un periodo di freddo, o di mantenimento in cella, a circa 2°C per 1-5 mesi. La temperatura per la forzatura è intorno a 18-20°C, in condizioni ideali di illuminazione, costante durante il giorno e la notte. Temperature inferiori causano lo sviluppo di molti germogli ciechi.
Dopo le prime tre settimane si possono abbassare le temperature, e ciò favorisce un maggiore sviluppo dei germogli laterali: apertura delle gemme ascellari, quindi maggiore accestimento e compattezza delle piante.
Moltiplicazione: Prelievo di rametti apicali di 10-12 cm. di lunghezza. Substrato di radicazione: leggero e drenante: 25%terra 75% sabbia, o torba e perlite 50%, o torba e sabbia 50%. Le talee si pongono preferibilmente sotto nebulizzazione o comunque in condizioni di elevata umidità relativa (90-95%). La radicazione avviene in tre-quattro settimane, e si riduce gradualmente l’umidità relativa, iniziando a ventilare. Dopo 3-4 settimane si può eseguire la prima cimatura e dopo altre 3-4 la seconda, per avere piante vendibili. Ciclo breve: 10-12 settimane di coltivazione, partendo dalla talea.
Ciclo lungo: le piante radicate si invasano nei mesi estivi, vengono poi trasferite all’aperto e riportate in serra per la forzatura circa 8-9 settimane prima della vendita.
Prevenzione
Tra i fattori che condizionano la buona riuscita delle colture, uno dei principali è sicuramente la sanità del materiale vegetale a inizio coltivazione, in entrata in azienda. Per questo l’azione di controllo del materiale in ingresso è importante per verificare sanità e qualità delle giovani piante acquistate. A tale proposito si rimanda alla scheda di controllo del materiale vegetale, messa a punto dal SAIF.
Inoltre, in ciascuno dei seguenti piani colturali si farà riferimento alle malattie più diffuse e problematiche più frequenti su quella specie e, di conseguenza, la necessità e l’urgenza del controllo saranno più specifiche se riferite a quel tipo di problema.
Principali malattie e difesa
recenti disposizioni legislative hanno stabilito la revoca di molti principi attivi registrati per il loro utilizzo su specie ornamentali.
L’aggiornamento su nuove disposizioni, sia in materia di nuove registrazioni o revoca dei principi attivi sia dell’introduzione di nuove norme sull’elenco di specie soggette a passaporto, così come di nuovi patogeni da quarantena, sarà a cura del Servizio fitopatologico della Regione Lombardia.
Annualmente si assiste inoltre alla nascita di nuovi principi attivi, a differenti modalità d’azione.
Questo tipo di informazione sarà argomento di aggiornamenti annuali o periodici.
Principali malattie e difesa
Insetti Cicalina della rosa, o Typhlocyba rosae.
piccolissimo insetto della Famiglia dei Cicadellidi, di colore bianco-giallino-verde pallido. I danni sono provocati dalle punture che l’insetto provoca con l’apparato boccale, in corrispondenza delle quali si nota una decolorazione puntiforme sulla lamina fogliare. La lamina della foglia si presenta di colore verde chiaro, a puntini. La cicalina compie due generazioni all’anno; i sintomi più intensi si hanno in corrispondenza della primavera e dell’estate. Larve e adulti di cicalina si localizzano soprattutto sulla pagina inferiore della foglia.
La lotta contro questo insetto si può fare con prodotti a base di piretro o piretroidi: deltametrina (Decis), Imidacloprid (Confidor); Flufenoxuron (Cascade), Fenpropathrin (Danitol).
Afide della rosa, o Macrosiphum rosae.
di colore verde chiaro o rosa, facilmente osservabile sui giovani e teneri boccioli, di cui va a ricoprire quasi completamente la superficie esterna; si nutre della linfa della pianta e provoca deformazioni di foglioline e boccioli, impedendone, a volte, la schiusura, e bloccandone la crescita. Principi attivi efficaci: Imidacloprid (Confidor), Etofenprox (trebon), Abamectin (Vertimec), Fenpropathrin (Danitol), Deltametrina (Decis), Methomyl (Lannate).
Lotta: Contro l’afide si possono utilizzare le larve di un insetto coccinellide: Harmonia axyridis. Una larva matura è in grado di divorare fino a 100 afidi al giorno. Le larve si distribuiscono sulle foglie, avendo cura di posizionarle dove maggiore è la presenza dell’afide.
Tripidi: Frankliniella occidentalis, Echinotrips americanus:
i sintomi sono rappresentati da deformazioni delle foglie e delle nervature, bollosità, e, se l’attacco è tardivo, screziature e rotture di colore sui petali dei fiori. Si tratta di insetti di piccole dimensioni: 1,5-2 millimetri, nel caso di Frankliniella o., fino a 4 mm per Echinotrips a. Il più diffuso al momento su geranio è Frankliniella; larva e adulto sono di colore giallo-beige, di difficile rilevamento, perché ha l’abitudine a trovarsi all’interno delle gemme, o sotto la lamina fogliare, è frequente che si rilevi la presenza dell' insetto solo dopo la comparsa dei sintomi. Spesso sulle talee radicate che giungono in azienda, si osservano, in corrispondenza della pagina inferiore delle foglie, delle aree di consistenza suberosa, color marroncino chiaro, che sono il sintomo più tipico di attacchi di tripide già presenti da tempo.
Per monitorare la presenza dei tripidi in serra, nel caso della forzatura, è consigliabile posizionare delle trappole di colore azzurro - blu, le cosiddette trappole cromotropiche che, impregnate di colla, permettono di attrarre gli insetti e di catturarli, agendo contemporaneamente sia da sistema di lotta che da indicatori dell' entità di infestazione presente in serra e della distribuzione degli insetti nell' ambiente di coltivazione. Evidenziata la presenza di questi tripidi, occorre trattare con prodotti specifici, poiché il loro ciclo biologico è molto rapido e alla loro comparsa si consiglia di intervenire.
Lotta: Alla comparsa di pochi individui sulle trappole, si consiglia di intervenire, alternando due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (Deltametrina: Decis), Methiocarb (Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat ).
Nota. Un danno secondario provocato dalla presenza di insetti su rosa, è lo sviluppo delle "fumaggini", che appare come la presenza di una crosta nera che ricopre la pagina superiore delle foglie. Gli afidi lasciano, come sostanze di rifiuto, dei residui zuccherini, chiamati anche "melata", derivati dalla trasformazione della linfa ingerita. Su questi residui si sviluppano delle muffe nerastre, le fumaggini, appunto, che non provocano altro danno, se non quello estetico e di riduzione della fotosintesi. Tali muffe crescono infatti solo sulla superficie della foglia, ma non penetrano e le foglie vanno quindi "ripulite".
I prodotti più efficaci a questo scopo sono i bagnanti o adesivanti, a base di tensioattivi, o saponi, che sciolgono queste formazioni fungine.
Crittogame Oidio, o mal bianco: Sphaeroteca pannosa, var. rosae
si manifesta con la presenza di una leggera muffa biancastra sulla superficie delle giovani foglioline e dei rametti. La sua comparsa è tipicamente primaverile e si protrae, se non curato, per tutta l’estate. L’oidio colpisce soprattutto giovani germogli e foglioline tenere, depauperandone l’aspetto e la capacità di fotosintesi e bloccando lo sviluppo delle nuove foglie e l’apertura dei boccioli, che appaiono biancastri e deformati. La temperatura ottimale di sviluppo è di 20°C, con umidità ambientale elevata; contro questo tipo di muffa si utilizzano prodotti a base di zolfo, o i principi attivi Bitertanolo (Baycor), Bupirimate (Nimrod oidium stop), Triforine (Saprol); Penconazolo (Topas).
Ticchiolatura: Diplocarpon rosae, Marssonina rosae:
i sintomi principali sono rappresentati da macchioline bruno – nerastre di contorno irregolare sulla pagina superiore delle foglie. Se non curata per tempo, la malattia provoca, la completa defogliazione nel periodo estivo e, di conseguenza, la mancata fioritura, con un danno estetico notevole. Anche nel caso della ticchiolatura il clima piovoso e le elevate temperature favoriscono ed aggravano la malattia.
Prodotti fungicidi a base di rame, efficaci soprattutto come trattamenti preventivi, preferibilmente nel periodo di riposo, hanno una certa efficacia.
Un utile sistema di prevenzione consiste nell’eliminazione dei residui vegetali della coltura precedente, nell’applicare una sufficiente distanza di piantagione, in modo da permettere un certo arieggiamento e circolazione d’aria, evitando ristagni ed eccessiva umidità ambientale a livello della chioma.
Peronospora: Peronospora sparsa:
i sintomi sono macchie scure, che poi disseccano, delimitate dalle nervature, a cui segue l’appassimento e caduta delle foglie. Principi attivi efficaci: a base di Furalaxil (Fongarid), Propamocarb (Previcur), Metalaxil (Ridomil).
Muffa grigia, causata dal fungo Botrytis cinerea.
Il fattore ambientale che favorisce tale fungo è prevalentemente l’elevata umidità relativa; i sintomi sono rappresentati da disseccamenti fogliari nerastri, che vanno dal margine verso l’interno della foglia, che si ricoprono di un’evidente muffa grigio scura.
Se la lotta preventiva non è sufficiente, si interviene con prodotti a base di Iprodione (Rovral, Iprodial), Chlortalonil (Daconil), Tolchophos metile (Rizolex), Proclorax (Octave). In fase di fioritura alcuni di questi prodotti possono risultare fitotossici.
Cancro della rosa, o seccume dei rami: Coniothyrium Fuckelii:
fungo che provoca il disseccamento dei rami di rosa. I primi sintomi sono la presenza di tratti di ramo imbruniti, sia nella parte apicale, sia vicino al colletto della pianta; sezionando i rametti, si nota la parte interna dei vasi annerita. Il fungo penetra soprattutto dalle ferite, sia accidentali, di piccole dimensioni, sia provocate dalle potature sia dalle screpolature causate dal gelo. Prodotti efficaci di prevenzione e cura sono a base di rame, in particolare ossicloruro.
Un altro principio attivo molto efficace contro le malattie fungine di questo tipo è rappresentato dal Fosetyl-alluminio, che, oltre all’azione fungicida diretta esplica una funzione di stimolo, da parte della pianta, a produrre sostanze naturali di difesa contro i funghi, note come fitoalessine. Il prodotto può essere miscelato con rame; esistono preparati in commercio contenenti già i due principi attivi nelle giuste proporzioni (Aliette bordeaux). I trattamenti fungini con prodotti a base di rame devono essere effettuati in periodo di riposo o in condizioni di temperature non elevate, poiché con il sole e le temperature miti il rame può danneggiare i tessuti vegetali, e risultare cioè fitotossico.
Principali varietà coltivate
Gruppo delle "Meillandine", "Concertino", "Rosa mini", "Parade". :
Progetto Regionale di Assistenza Tecnica al settore Florovivaistico realizzato nell'ambito della misura N 1.14 del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con il contributo congiunto di Comunità Europea, Stato Italiano e Regione Lombardia, la cui attuazione è stata affidata alla Fondazione Minoprio.