Si stima che nella notte conti per l80% dei costi di
riscaldamento di una serra. Data la lunghezza delle notti invernali, il riscaldamento
diventa una delle voci principali del costo di produzione delle piante nei climi
settentrionali, in un periodo in cui i costi dei combustibili continuano a salire.
Un abbassamento delle temperature nelle serre può avere degli effetti
positivi: la ramificazione è stimolata, il numero e la dimensione dei
fiori tendono ad aumentare, si riduce il livello di sviluppo degli insetti parassiti.
Se si riduce la temperatura notturna mantenendo la stessa temperatura diurna,
la qualità, misurata come peso secco, aumenta. Daltra parte, un
regime più fresco ha anche effetti negativi, quali: allungamento dei
tempi di produzione fino alla fioritura (più in alcune varietà
che in altre), aumento della possibilità di malattie, dato che alcune
malattie (come Phythium, Rhizoctonia, Botrytis, Thielaviopsis) sono più
attive alle basse temperature e dato che lumidità sulle foglie
e sulla superficie della serra favorisce la diffusione delle malattie. Pure
se in genere le piante hanno bisogno di minori quantità dacqua
alle basse temperature, qualsiasi acqua libera impiega più tempo a evaporare
e le radici sono a rischio molto maggiore di marciumi radicali. Lattività
chimica è minore, e, di conseguenza, per tutti gli effetti curativi sarà
necessaria una maggiore quantità di tempo. Se intendiamo risparmiare
sui costi di riscaldamento senza ridurre produttività e qualità,
bisogna esaminare accuratamente i pro e i contro di questi fattori, anche in
relazione al DIF (differenza tra la temperatura notturna e quella diurna). Ohio
Florists Association Bulletin No. 865 www.ofa.org
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