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Il Mipaaf ha accolto le richieste del comparto florovivaistico in tema di riforma PAC (Politica Agricola Comune)

Il Mipaaf ha accolto le richieste del comparto florovivaistico in tema di riforma PAC (Politica Agricola Comune), anche grazie alla perseveranza ed al lavoro delle Associazioni Florovivaistiche Regionali e Provinciali, degli Assessori e dei Sindacati.

Dal 1° gennaio 2015 è entrata infatti in vigore la nuova riforma PAC 2015-2020, con alcune introduzioni ed aperture “innovative” che riguardano il comparto florovivaistico, rispetto alle PAC precedentemente adottate. In particolare:
• Diventano superfici ammissibili anche i vivai e le serre permanenti.
• La soglia minima di superficie passa da 1 ettaro a ½ ettaro, con relativa attribuzione quindi di ½ titolo.

Si legge sul Sito del Ministero delle Politiche Agricole:

La proposta iniziale della Commissione era basata sul raggiungimento di un aiuto uniforme (flat rate) a livello nazionale o regionale su tutte le superfici agricole.
Ciò avrebbe provocato una ingiustificata ed eccessiva penalizzazione dei sistemi agricoli più specializzati, con alti investimenti e maggior impiego di manodopera.
L'intensa azione negoziale svolta dall'Italia, congiuntamente ad alcuni altri Stati membri, ha portato ad un compromesso caratterizzato da maggiore flessibilità, che consentirà di evitare l'applicazione della cosiddetta flat rate e di garantire il mantenimento di un adeguato grado di differenziazione nel valore dei titoli, rappresentativo dei diversi sistemi agricoli

Si rammenta infatti che la parte preponderante delle realtà florovivaistiche dislocate da Nord a Sud dell’Italia, contempla superfici medie aziendali inferiori a 1 ettaro. Di contro a parità’ di superficie coltivata, il settore vivaistico, rispetto ad esempio al seminativo classico, impiega 10 volte tanto in termini occupazionali, e 30 volte tanto nel settore serricolo.
Quindi: aziende mediamente più piccole ma con importante impiego di manodopera.
Senza una modifica o una revisione dell’attuale PAC, le aziende florovivaistiche sono di fatto praticamente tutte escluse da un pagamento diretto – com'è di fatto accaduto sinora - pur avendone formalmente diritto.

 La strada da percorrere per il comparto è ancora lunga e ulteriori revisioni e modifiche alla PAC sarebbero necessarie. Perché ciò avvenga però, è necessario che anche le aziende singolarmente si attivino.
Come? Semplicemente facendo richiesta dei titoli e implementando di conseguenza la Banca dati del comparto a livello nazionale. Anche se non si dovesse percepire un contributo a breve termine.

Solamente con una rilevante presenza, data dal numero di richieste presentate, il comparto florovivaistico potrà far sentire il proprio peso al tavolo del Ministero delle Politiche Agricole in fase di revisione Pac, che avverrà l'anno prossimo.
Data ultima e ultima opportunità per richiedere modifiche.

E’ il MIPAAF stesso che lo richiede, al fine di rispondere alle necessità di un comparto, quello florovivaistico, che contribuisce per il 6% del valore della produzione agricola nazionale e soprattutto da solo crea lavoro per oltre 100.000 addetti.




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